Tenersi in forma con le danze orientali
Non solo balli latini ma anche orientali: le palestre hanno iniziato a proporre dei corsi che avvalendosi di discipline originali e lontane dalla nostra cultura, hanno incuriosito i più. Ladanza del ventre in particolare ha ottenuto molto successo negli ultimi anni, facendosi stradatra le decine di corsi di ballo del panorama danzante odierno. Ma quali e quante sono le danze orientali?
Raqs al sharqi e belly dance
Il termine inglese belly dance significa letteralmente danza del ventre e venne usato per la prima volta da alcuni soldati di Napoleone che agli inizi dell’Ottocento si trovavano in Oriente durante la campagna d’Egitto; questi rimasero stregati dai movimenti del bacino delle danzatrici, che in realtà non praticavano questa danza per scopi sessuali, come avevano pensato i soldati, ma per favorire la propria fertilità. La Grande Dea, o Dea Madre, cui è dedicata tale pratica, in Oriente veniva propiziata durante riti e cerimonie religiose anche attraverso questo ballo e i movimenti del bacino mettono in primo piano il luogo origine della vita di ognuno di noi. L’Egitto è presumibilmente la zona nella quale la danza è nata, anche se esistono poche testimonianze a riguardo; si ipotizza infine che abbia iniziato a diffondersi nel X secolo d.C. Più tardi, la rigida religione islamica vietò la pratica di questa danza che però rimase viva nei popoli gitani e nomadi, che la riproposero in seguito negli harem. Raqs al sharqi è il nome originale dato a tale disciplina e non ha niente a che fare col ventre perché coinvolge tutto il corpo; viene tradotto semplicemente con danza orientale.
Ša'abī, Baladī e Šarqī, questi i tre stili di danza più conosciuti, rispettivamente danza popolare, classica e da cabaret (negli anni trenta in Europa si iniziò a vederla in questi luoghi in cuivenne riassociata a pratiche sessuali). Lo Ša'abī ha dei movimenti più primitivi e accentuati, che sottolineano il legame con la terra e le tradizioni popolari. Il secondo stile, Baladī, è il classico e il più conosciuto perché portato in giro nelle diverse città dalle popolazioni nomadi che l’avevano conservato nonostante il divieto dell’Islam; i movimenti sono anch’essi tradizionali ma meno accentuati dello Ša'abī. Lo stile Šarqī rappresenta invece un’evoluzione dei primi due, comprendendo movimenti più eleganti, artistici e contenuti: le danzatrici indossano scarpe col tacco e preparano coreografie precise, come in un vero spettacolo.
Tutti gli stili sono accompagnati dalla musica, soprattutto percussioni, che può essere lenta o ritmata secondo le esigenze e in base a cosa si vuole evocare con i movimenti. Inoltre, si possono inserire degli oggetti che rendono l’insieme più ricco: veli, spade (seyf), piccoli tamburi (tabla), candelabri (shamadan), sagat (cimbali, strumenti in ottone che tenuti tra le mani generano un suono simile a quello di campanelli).
Le danze orientali agiscono positivamente su tutto il corpo e in particolare sui muscoli addominali, della schiena e delle gambe: può essere praticata anche dagli uomini che però sono restii pensando che sia un’attività esclusivamente femminile. Spalle, braccia, torace, glutei, cosce: tutto viene coinvolto e acquista tonicità ma soprattutto elasticità. La schiena gode dei benefici che la danza porta a tutto il corpo e può essere praticata a tutte le età, senza controindicazioni. La corporatura non è un ostacolo: la maggior parte delle donne prova vergogna nell’ancheggiare se non si considera propriamente magra. Nella danza orientale non ha importanza la magrezza o la robustezza, lo sguardo è rivolto alla capacità di mettere al mondo dei figli sani indipendentemente dalla corporatura che si ha. Viene da sé che queste danze sono un ottimo antistress e uno strumento per migliorare l’autostima della persona che le pratica, in quanto aumentano la consapevolezza di sé e di conseguenza delle proprie doti sia fisiche che mentali.
Negli ultimi anni le danze orientali, comunemente ed erroneamente chiamate danza del ventre, vengono praticate in molte palestre che offrono corsi tenuti da insegnanti qualificati: finalmente un esercizio fatto dalle donne per le donne, anche se originariamente non nacque esattamente per motivi ateltici.
Oggi si può usufruire della saggezza e della tradizione del passato per tornare in armonia col proprio corpo: quale occasione migliore che danzare per prendersi cura di sé?