Roma, 11 ott. - (Adnkronos/Ign) - La Terra di nuovo a rischiocaduta satellite. Dopo Uars (passato lasciandoci indenni, ora la minaccia si chiama Rosat. Il pericolo (ancora più grave) non è tanto lontano, visto che secondo quanto riferisce l’agenzia aerospaziale tedesca Dlr, il satellite, dismesso nel 1999 e che sta perdendo quota costantemente, potrebbe schiantarsi sul suolo terrestre a novembre.
Al momento non è comunque possibile sapere dove avverrà l'impatto. Più certo invece il livello maggiore di pericolosità rispetto al caso precedente: con Rosat le nostre teste sono minacciate da una trentina di detriti del peso totale di circa 1,6 tonnellate. In particolare, a preoccupare, è lo specchio resistente alle alte temperature del telescopio che potrebbe quindi non bruciarsi con l'impatto con l'atmosfera. Non solo. Mentre per Uars le probabilità di ferire qualcuno erano date 1 a 3.200, con questo rottame spaziale il rischio si eleva: 1 probabilità su 2.000.
Costruito con tecnologia britannica e americana ma di produzione tedesca, Rosat è un telescopio orbitante lanciato il 1° giugno 1990 da Cape Canaveral nello spazio con lo scopo di studiare i raggi X. Pesa complessivamente 2,4 tonnellate. Non è più operativo dal 12 febbraio del 1999.
"A causa dell'impatto con l'atmosfera terrestre, il satellite dovrebbe esplodere rompendosi in circa 30 pezzi per un totale di 1,6 tonnellate. Ma per ora sono solo ipotesi, i calcoli più precisi si potranno avere solo più in avanti" spiega all'Adnkronos Paolo D'Angelo, esperto-storico dello spazio e Segretario nazionale dell'Italian Space Society. E sulla presunta maggiore pericolosità di Rosat tranquilizza: "Quando è precipitato il satellite Uars della Nasa il 24 settembre scorso, i rischi erano maggiori perché si trattava di un satellite più grande. Per Rosat aspettiamo prima di allarmarci".
Intanto la Dlr avverte che "non è possibile calcolare ora né quando né dove cadrà Rosat". "Solo una settimana prima dell'impatto si potranno avere maggiori informazioni sui tempi del rientro, all'interno di una finestra di tre giorni" aggiunge l'agenzia spaziale tedesca, che dedica un'intera sezione sul suo sito al rientro del satellite.
- Quest'immagine mostra una montagna nella regione vicina al polo sud dell'asteroide Vesta. La montagna in questione è alta 22mila metri, due volte e mezzo il monte Everest.
- In questa immagine fornita dalla NASA si possono notare dei vortici di gas ionizzato al centro della galassia. L'immagine è stata creata grazie al sistema NICMOS (Near Infrared Camera and Multi-Object Spectrometer) presente sul telescopio Hubble.