Jeisa Chiminazzo, modella brasiliana 26enne, ha esordito alla fine degli anni '90 ed è entrata nell'olimpo grazie alla tenacia e a una certa disciplina.
«Un paio di jeans slim e degli occhiali da sole. Accessorio determinante: una borsa visibilmente costosa».
«La Birkin che ho in color cammello costa come un'automobile ma l'adoro, ti senti fighissima quando la indossi».
Scarpe?
«Ne posseggo 250 paia. Lo so, è una debolezza. Ne ho a New York e nel mio appartamento a San Paolo. Le compro e me le regalano dopo i défilé: avendo il 37 di piede mi vanno bene, fortunella, eh?».
«Mangio poco, ma ogni tre ore, e ho un'alimentazione povera di glutine e di carne rossa. Quando stavo in Brasile, abitavo vicino a un macello e sentivo le bestie soffrire. Credo che mi abbia segnato per sempre, è stato uno shock».
«No. O meglio, da adolescente ero magrissima e le assicuro che non seguivo nessuna dieta. A una certa età è così, dopo è altamente improbabile. Oggi per rimanere in forma mi massacro di sport. Dalle 3 alle 5 volte alla settimana ho il corso di danza con Mary Helen Bowers, la trainer che ha preparato Natalie Portman per Il cigno nero. È tostissima. E poi corro, cammino...».
«Quando ho iniziato questo lavoro, il modello era Gisele, muscolosa e sportiva e per me rimane la più bella. Adesso la moda chiede donne sempre più filiformi. Si vedono troppe ossa in giro».
«Quando ti trovi giovanissima e da sola in una grande città e l'agenzia ti dice che hai preso qualche chilo, ti limiti a non mangiare. A 14 anni non è tutto chiaro e comunque il tuo booker non può sorvegliarti in continuazione. Ed è pieno di gente che ne approfitta. Ti invitano dappertutto e ti propongono di tutto».
«Mia mamma ha vissuto sempre con me e mi ha aiutato a impostare il lavoro in modo serio. È grazie anche a questo che le mie sorelle sono andate all'università e abbiamo potuto comprare una casa in Brasile».