Come quel maledetto 31 marzo del 1993, quando una pistola che doveva essere caricata a salve uccise Brandon Lee. Il set era quello de Il Corvo, film maledetto diventato immediatamente di culto. A solo 3 giorni dalla fine delle riprese Lee cadde a terra, perché colpito a morte da un'arma che sparò proiettili reali. Per motivi di tempo, non avendo colpi a salve, alcuni membri della troupe comprarono proiettili veri e ne rimossero la polvere da sparo all'interno, ricongiungendo il proiettile alla capsula a percussione. La pistola venne usata in diverse riprese, ma all'interno della canna rimase bloccato un proiettile per via di una carica debole. Il difetto passò inosservato e l'arma venne poi ricaricata con proiettili a salve per poi essere usata per girare la scena fatale. Per via della breve distanza e della canna ostruita, una carica a salve fu sufficientemente forte da far partire il proiettile bloccato che colpì Brandon all'addome. Dopo quel terribile incidente la produzione cinematografica statunitense stabilì che nelle sparatorie le armi non venissero più puntate direttamente verso gli individui, ma con un'angolazione di 30°.
In questi ultimi giorni, 18 anni dopo quel tragico episodio, Brad Pitt ha seriamente rischiato di far la stessa fine di Brandon Lee. Perché a Budapest, direttamente dal set di World War Z, prossimo titolo del Signor Jolie, la squadra speciale antiterrorismo della polizia ha sequestrato un arsenale di armi perfettamente funzionanti, trovate all'interno del magazzino della società di produzione del film. Armi per il set, che avrebbero potuto uccidere.
La clamorosa notizia ha ovviamente fatto il giro del mondo, con Pitt al momento silente, e volutamente trattenuto dal fare polemiche. Anche se qualcuno dovrebbe spiegare come mai quelle armi facessero parte della produzione, che si sarebbe potuta trasformare in tragedia. Esattamente come 18 anni fa.