Jessica Alba, mamma bis, scherza: "Odiavo provare abiti premaman"
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L'attrice ha dato alla luce la sua secondogenita e racconta...
Jessica Alba i giorni scorsi ha avuto la sua seconda bambina, dopo la primogenita Honor di tre anni ora lei e il marito Cash Warren festeggiano la nascita di Haven Garner. L'attrice ha scritto su Facebook: ''La sorella maggiore Honor non potrebbe essere più eccitata dall'arrivo del nuovo membro della famiglia''.
In una recente dichiarazione ha poi sottolineato: "L'idea di amare qualcuno così tanto come amo Honor mi emoziona. La nascita della piccola è un grande premio dopo tutti i dolori sciatici e le molteplici tappe fatte in bagno”.
In questo momento l'attrice si gode la neonata ma deve dedicarsi anche al lancio del suo ultimo film, Spy Kinds 4, in uscita in questi giorni. Proprio in una delle interviste dedicate alla nuova pellicola, la bella Jessica ha detto qualcosa di sé e di questo periodo della sua vita. Parlando dei red carpet per il lancio dei film, eventi ai quali l'Alba deve spesso partecipare, ha spiegato con un po' d'ironia...
"Provare i vestiti per le première non è propriamente super divertente per me, non riesco a pensare a qualcosa che preferirei non fare come quella. Mi piacerebbe starmene in una SPA a rilassarmi o magari andare a pranzo con le mie amiche..."
L'attrice scherzando ha rivelato che quando non è incinta e il suo fisico è nei suoi consueti standard, al fine di minimizzare il tempo di prova degli abiti per gli eventi pubblici, ha imparato a capire cosa si adatta a lei senza indossarlo.
Ha spiegato: "Ormai so che cosa funzionerà anche prima di provare qualcosa e cerco di non cambiare mai idea". In gravidanza la cosa si è fatta un po' più difficile: "È impossibile nascondere il pancione e non tutti i vestiti si adattano, ma vale la pena cercar di mantenere uno stile giovane e fresco".
Il fine è uno solo: non farsi "immortalare" dall'Autovelox, dal Tutor, ma anche dalle fotocamere spianate all'ingresso dei Centri storici e relative "zone a traffico limitato. La fantasia di certi automobilisti sembra proprio non aver limiti, ma l'aspetto più disarmante è l'incoscienza di chi pensa così di compiere un semplice peccato "veniale". Ecco allora qualche strano modo per nascondere o camuffare la propria targa, illegalmente s'intende.
Il più classico
Parliamo della classica "tendina". Si tratta di un dispositivo che, se azionato dal conducente, copre momentaneamente i numeri della propria targa, rendendo così inefficace gli scatti di Tutor e Autovelox. La cronaca recente è ricca di esempi del genere. Il più ravvicinato ha coinvolto un'automobilista di Napoli, "beccato" dalla Polizia Stradale mentre in autostrada copriva i numeri identificativi della propria vettura. Le conseguenze per un gesto del genere sono state ovviamente punite: per un gioco così si va infatti incontro al sequestro della vettura, ma anche ad una denuncia per "alterazione della targa automobilistica".
Con un piede in "fuorigioco"
Si tratta di uno dei metodi utilizzati in particolare dai proprietari di moto e scooter non rispettosi delle norme antinquinamento. Per loro l'ingresso nella ZTL di molti Centri cittadini sarebbe "fatale" e allora eccoli esibire in rocambolesche acrobazie. Si alza la gamba e con le scarpe i più abili riescono a coprire la targa della propria "due ruote". Una manovra decisamente pericolosa tra l'altro.
I "finti" distratti
C'è poi la categoria di chi finge di avere "la testa altrove". Un metodo vecchio come il mondo? Basta chiudere una vecchia giacca a metà tra portabagagli e targa e il gioco è fatto. Sistemi simili li adottano anche coloro che attaccano un volantino pubblicitario per coprire qualche numero di targa. Hanno così tutti la scusa pronta quando puntualmente arriva la multa e qualcuno si mostra anche dispiaciuto per aver inavvertitamente rovinato la giacca preferita!
Grasso e nastro isolante
Qui viaggiamo tra il grossolano e gli artisti. I primi si limitano a "spalmare" la targa di grasso in modo da renderla illeggibile; i secondi, più raffinati, si esibiscono in abili correzioni con un nastro adesivo nero. In effetti non serve essere fantasiosi architetti per modificare una "F" in una "E", basta aggiungere una "stanghetta". Peccato che sia una "fatica inutile" e vi spieghiamo perché. Se abbiamo una Fiat Punto con lettera finale "F" e la trasformassimo in "E", questa modifica corrisponderà per forza di cose ad un altro modello. La Stradale, che analizza la nostra foto, capisce subito che abbiamo modificato la targa e grazie al database di tutte le vetture immatricolate risale immediatamente alla vettura con la lettera giusta! Insomma, la figuraccia è garantita!
La corsia di emergenza e il Tutor
Anche questo è indirettamente un modo per "coprire" la targa e anche questo non funziona, anzi! In molti credono infatti che le fotocamere del Tutor siano disposte solo sulle normali corsie dell'autostrada. Per questo, in prossimità dei "cancelli Tutor", qualcuno "scarta" verso la corsia di emergenza pensando così di farla franca. Errore. Anche quella corsia ha una macchina fotografica puntata e il rischio è quindi di collezionare non solo la multa se non avremo rispettato la velocità media prescritta, ma anche quella per aver usato la corsia di emergenza senza una reale necessità.
Sabato, Agosto 20, 2011
Sabato, Agosto 20, 2011
E Von Trier disse di capire Hitler
Ogni Festival è in attesa di uno shock, di una scossa, di qualcuno che arrivi con qualche frase in grado di catturare titoli e prime pagine. Lars Von Trier era l'uomo giusto per questa missione, e nella conferenza stampa diMelancholia, il suo film in concorso, ha gettato in pasto alla stampa una vera e propria bomba verbale.
"Capisco Hitler, provo simpatia per l'uomo", così Von Trier ha cancellato le discussioni sul suo (bellissimo) film, sostituendole con le polemichesul suo (molto presunto) nazismo. La domanda di una giornalista del Times era sulle sue radici germaniche e su una sua intervista a una rivista danese, alla quale aveva detto di essere affascinato dall'arte del Terzo Reich. Invece di chiarire l'equivoco, Von Trier ci si è tuffato di testa: "Per molto tempo ho pensato di essere ebreo, poi ho scoperto di non esserlo, e di essere invece un nazista".
Sorrideva, il regista danese, ma i taccuini avevano già il titolo al quale inchiodarlo. Forse la sua è stata una strategia alla Mourinho, usare la stampa per distogliere l'attenzione da (presunte)debolezze. Della squadra per Mou, per film per Lars. In realtà, il suo lavoro è molto bello, ma il regista non è dello stesso avviso: "Quando l'ho visto ero sotto shock, non pensavo sarebbe stato così melenso".
GUARDA IL TRAILER DI MELANCHOLIA:
"Capisco Hitler, provo simpatia per l'uomo", così Von Trier ha cancellato le discussioni sul suo (bellissimo) film, sostituendole con le polemichesul suo (molto presunto) nazismo. La domanda di una giornalista del Times era sulle sue radici germaniche e su una sua intervista a una rivista danese, alla quale aveva detto di essere affascinato dall'arte del Terzo Reich. Invece di chiarire l'equivoco, Von Trier ci si è tuffato di testa: "Per molto tempo ho pensato di essere ebreo, poi ho scoperto di non esserlo, e di essere invece un nazista".
Sorrideva, il regista danese, ma i taccuini avevano già il titolo al quale inchiodarlo. Forse la sua è stata una strategia alla Mourinho, usare la stampa per distogliere l'attenzione da (presunte)debolezze. Della squadra per Mou, per film per Lars. In realtà, il suo lavoro è molto bello, ma il regista non è dello stesso avviso: "Quando l'ho visto ero sotto shock, non pensavo sarebbe stato così melenso".
GUARDA IL TRAILER DI MELANCHOLIA:
Melancholia è una sorta di dramma psicologico sullo sfondo di un Armageddon: un pianeta (chiamato come il film) è in rotta di collisione con la Terra. Gli esseri umani (in questo caso unaKirsten Dunst depressa, la sorella Charlotte Gainsbourg, il marito di lei Kiefer Sutherland) non possono fare altro per prepararsi all'impatto, affidandosi alla scienza, allamagia, agli antidepressivi, al suicidio.
Melancholia parla in realtà non di una ma di due catastrofi che portano lo stesso nome. Non solo il corpo celeste, ma la depressione, che affligge il personaggio di Kirsten Dunst (e per lunghi anni anche il regista e l'attrice), le impedisce di essere felice, ma la rende più pronta all'inevitabileepilogo: la distruzione della Terra. Non è uno spoiler: Von Trier apre e chiude il film allo stesso modo: la Terra che si sfascia. "Non volevo che ci fossero dubbi su questo", ha detto, in una conferenza stampa che verrà ricordata per ben altre frasi.
Melancholia parla in realtà non di una ma di due catastrofi che portano lo stesso nome. Non solo il corpo celeste, ma la depressione, che affligge il personaggio di Kirsten Dunst (e per lunghi anni anche il regista e l'attrice), le impedisce di essere felice, ma la rende più pronta all'inevitabileepilogo: la distruzione della Terra. Non è uno spoiler: Von Trier apre e chiude il film allo stesso modo: la Terra che si sfascia. "Non volevo che ci fossero dubbi su questo", ha detto, in una conferenza stampa che verrà ricordata per ben altre frasi.
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