Manovra: Consumatori, invece di far pagare ricchi evasori, governo aumenta Iva


Roma, 27 ago. (Adnkronos) - ''Governo e maggioranza,invece di far pagare i ricchi con una congrua patrimoniale del 5% sui patrimoni oltre 5 milioni di euro e di colpire gli evasori, con una cedolare secca del 20 per cento sul riciclaggio di Stato chiedendo a banche, Sim e fiduciarie di prelevare 21 miliardi di euro su 105 miliardi di capitali scudati nel 2009, peggiora ancora di piu' una manovra che non taglia le spese, ma aumenta la pressione fiscale al 44,5% addossando ai soliti noti i costi della crisi provocata dalla finanza spregiudicata e dai banchieri''. E' quanto affermano in una nota Elio Lannutti, presidente Adusbef e Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori.
''La proposta di aumentare l'Iva di un punto, portando la tassa sui poveri dal 20 al 21 per cento, aliquota tra le piu' alte d'Europa per assecondare le richieste di Confindustria e di alcune imprese, potra' anche produrre maggiori entrate di 3,8 miliardi annui, ma avra' effetti devastanti sui consumi con un aumento dell'evasione fiscale, un rincaro dell'inflazione -ancora una volta a carico di lavoratori a reddito fisso e pensionati- e con un costo aggiuntivo di circa 173 euro a carico di ogni nucleo famigliare'', continuano i consumatori.
''Governo e maggioranza,che hanno perso la bussola delle reali condizioni di vita dei lavoratori e dei pensionati dopo aver negato per tre anni gli effetti della crisi sistemica, invece di riforme strutturali e tagli consistenti alle spese della pubblica amministrazione di un 10% che porterebbe risparmi di circa 72 miliardi di euro nel triennio 2011-2014 e che sarebbero apprezzate dai mercati, continuano nella missione di spremitura dei lavoratori a reddito fisso e dei pensionati, che non avendo piu' nulla da offrire sono costretti a ridurre all'osso i consumi e ad indebitarsi per mantenere un tenore di vita meno dignitoso rispetto al passato'', proseguono Lannutti e Trefiletti. 

La piramide della felicità


L'amore, i soldi, un tramonto. E ancora, il cibo, la salute o la sicurezza. Ognuno di noi, probabilmente, a seconda del momento che sta vivendo, darebbe una risposta differente alla domanda: cosa ti fa stare bene? Così, basandosi sull'istinto, sulle emozioni che vengono dalla pancia ancor prima che dal cervello. Eppure c'è uno studio, ricavato dal primo sondaggio globale sul benessere delle persone, che ha provato a incasellare gli ingredienti della felicità.
La teoria ispiratrice (e da dimostrare) è quella dello psicologo Abraham Maslow che a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta affermò la necessità di ogni essere umano di creare una gerarchia dei propri bisogni per raggiungere la propria felicità: la sua "piramide" vede alla base lenecessità primarie, quelle "fisiologiche", come cibo, acqua, sesso, sonno che, via via risalendo nella graduatoria, riguardano la sicurezza per la salute,  per i beni che si possiedono, per il proprio corpo. Lo step successivo, invece, investe una sfera più legata ai sentimenti: e così, ecco farsi largo l'amicizia, la famiglia, l'intimità sessuale e, a un livello più alto ancora, il rispetto per e dagli altri, l'autostima, la confidenza. Infine, al vertice, ci sono i valori morali, la creatività, la spontaneità, la capacità di risolvere i problemi, l'assenza di pregiudizi. La teoria della scala dei bisogni di Maslow, che finora non aveva mai avuto alcun riscontro concreto rimanendo solo nei libri di psicologia, è dunque stata "applicata" da parte di un gruppo di ricercatori dell'Illinois che sono partiti dai dati ricavati dal sondaggio Gallup World Poll rivolto a oltre 60.000 persone di 123 Paesi del mondo.
Bene, secondo quanto riferito da Ed Diener, referente dello studio, Maslow ha avuto l'innegabile merito di aver correttamente individuato che esistono bisogni umani che valgono indipendentemente dalla cultura di provenienza. Il punto debole della teoria, invece, sarebbe nell'ordine stilato: per esempio, si può tranquillamente essere felici in compagnia dei propri amici anche quando si ha fame. In altre parole, i bisogni "lavorano" indipendentemente gli uni dagli altri senza che ci sia una necessaria correlazione tra "primari" e "secondari": è possibile raggiungere la punta della piramide in termini di benessere anche in mancanza di "beni" elementari.
Un altro spunto interessante della ricerca è riferito al legame che esisterebbe tra felicità individuale e collettiva: si sta meglio tanto più è alto il livello di soddisfazione della comunità all'interno della quale si vive. Il benessere, in sostanza, richiama e diffonde serenità e ottimismo. I cittadini scontenti sono dunque più pericolosi e un volano di sensazioni negative che non giova alla salute di un Paese: da ultimo, secondo il docente John Helliwell della University British of Columbia, i recenti disordini di Londra sarebbero lo specchio esatto di questa situazione in cui la perenne assenza di attenzione alle sfere individuate dalla gerarchia di Maslow può mettere in crisi non solo un Governo, non solo uno Stato ma un intero sistema.
La felicità al primo posto, dunque: come succede in Buthan dove già dagli anni Sessanta si è iniziato a riflettere sulla validità reale del Pil come indice del benessere. Il piccolo paese himalayano ha oggi elaborato un sistema che mette al centro proprio la Fli, la felicità interna lorda dei sudditi per il raggiungimento della quale lo status economico è solo una componente come le altre. Quattro le colonne su cui si basa questa nuova idea: l'esistenza di uno sviluppo economico equo e sostenibile comprendente istruzione, servizi sociali e infrastrutture in partenza uguali per tutti; la difesa dell'ambiente in cui si vive; l'incentivazione alla cultura con attività che promuovono il progresso della comunità; e infine, ma qui si aprirebbero discorsi più complicati, il buon governo che nel caso del Buthan si è aperto alla monarchia costituzionale come primo passo verso una maggiore democratizzazione. Certo non sono mancate le voci di dissidenti che accusano il sovrano di volerli mettere a tacere però, non più tardi di un anno fa, il primo ministro aveva dichiarato che secondo l'ultimo censimento effettuato, nel suo Paese il 52% della popolazione si era dichiarata molto felice, il 45% felice e solo il 3% non molto felice.

Superman torna al cinema, ma senza mutanda rossa


Superman torna al cinema, ma lo fa senza il suo mitico slip rosso.
Proprio così: in 'Superman: Man of steel', nelle sale nel 2013, il supereroe si limiterà alla tuta blu e al mantello e gli stivali rossi.
A carpire il dettaglio, la fan page di Superman su Facebook: nelle nuove foto dal set si intravedeHenry Cavill, l'attore che interpreta Superman, fasciato nella nuova versione del costume.
Questo particolare era stato nascosto nella prima foto promozionale, dove la zona pubica restava in ombra senza svelare il cambiamento.

[BRAD PITT SUL SET INSIEME AL SUO SOSIA: RIESCI A DISTINGUERLI?]

Un costume nuovo e ancora più aderente, fatto su misura per mettere in evidenza il fisico statuariodel giovane Henry, attore inglese 28enne già visto in 'The Tudors' e nel film di Woody Allen'Basta che funzioni'.

Non è la prima volta che Superman subisce un restyleNicolas Cage aveva già rischiato di dover indossare una tuta completamente nera, se il progetto cinematografico di Tim Burton su Superman fosse andato avanti (ma scommettiamo che l'avrebbe fatto, visto che la grande passione per il fumetto ha portato Cage a chiamare suo figlio Kal-El, che è il nome kryptoniano del supereroe).

Ma a quanto pare per Superman ci sono cambiamenti ancora più importanti in vista: l'intero personaggio verrà revisionato in una nuova serie di fumetti, che aggiornerà completamente la figura di Clark Kent e del suo alter ego, allo scopo di tamponare l'emorragia di lettori.
'Superman: Man of steel', diretto da Zack Snyder, vanta tra le altre cose un cast stellareAmy Adams (Lois Lane), Russell Crowe (Jor-El), Julia Ormond (Lara), Kevin Costner e Diane Lane (Mr. e Mrs. Kent).
Per quanto riguarda il protagonista Henry Cavill, guardandosi per la prima volta allo specchio nel costume di Superman, avrebbe esclamato: "Allora è vero, non è più uno scherzo, adesso ci sono dentro".
E pensare che non è stato costretto ad indossare la mutanda rossa! (Articolo di Francesca Di Belardino)

Che fine ha fatto Karina Huff?


"Che fine hanno fatto?": la rubrica che ogni settimana indaga sui personaggi - icona di cui hai perso le tracce.
Gli adolescenti degli anni Ottanta si dividevano in due categorie: chi amava perdutamente Selvaggia, interpretata dall'allora diciannovenne Isabella Ferrari, e chi era conquistato dall'inglesina tutto pepe Susan, ovvero la bellissima Karina Huff.

L'attrice inglese dai grandi occhi azzurri e dal corpo perfetto ha avuto nel 1983 il suo anno fortunato nel mondo del cinema: i fratelli Vanzina l'avevano voluta in "Vacanze di Natale", dove interpreta Samantha, e poi in "Sapore di mare", che ne decretò il successo, rendendola il sogno di tanti ragazzi. Due anni prima la biondina che aveva conquistato (al cinema) i cuori di Jerry Calà e Christian De Sica, era stata sulla copertina di Playboy. La sua carriera artistica però non è durata molto, così come la sua permanenza in Italia.
Karina Huff

La ritroviamo come fidanzata di Paolo (Massimo Ciavarro) in "Sapore di mare 2" e nel 1984 accanto a Jerry Calà in "Domani mi sposo". Nello stesso anno posa senza veli per la rivista Playmen. Il successo del botteghino e la sua bellezza sexy ma allo stesso tempo acqua e sapone conquistano l'Italia. Per molti la bella inglesina è la rivale numero uno di Heather Parisi.

La Tv la vede protagonista nel 1988 per la serie "Zanzibar", in cui ballava la sigla iniziale e recitava la parte di Eva, una bella ragazza in attesa del fidanzato che non arriverà mai in nessuna delle 40 puntate del programma. L'anno successivo cerca la svolta, lasciando la commedia: viene scritturata dal regista Lucio Fulci per due horror, "La casa nel tempo" e "Voci dal profondo". Con questi due film finisce la sua breve carriera.
A soli 30 anni decide di tornare in Inghilterra e di chiudere con la recitazione. Si sposa e mette su famiglia. Nel 1999 ha fatto solo una breve comparsa nel programma tv "Meteore". Nel 2008 il momento più difficile: le viene diagnosticato un tumore al seno che riesce a sconfiggere. Oggi l'attrice ha 50 anni e vive in Inghilterra insieme ai suoi due figli che ha cresciuto lontano dai riflettori. Eppure il cinema l'ha riconquistata e, secondo fan e ben informati, tornerà presto accanto a Christian De Sica per "Natale a Cortina" dei fratelli Vanzina, il cinepanettone 2011. Gli ex ragazzi anni Ottanta sono già impazziti.

Venezia 2011: sarà Bertolucci a consegnare il Leone d’Oro a Marco Bellocchio

Arriva una notizia sorprendente e sicuramente molto piacevole da Venezia, che ospiterà, dal 31 agosto al 10 settembre, la 68esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
Sarà infatti Bernardo Bertolucci a consegnare a Marco Bellocchio il Leone d'Oro alla carriera, premio di cui si aveva già notizia, ma di cui non erano ancora trapelati i dettagli.
La cerimonia avverrà il 9 settembre alle ore 17 nella Sala Grande del Palazzo del Cinema del Lido, recentemente rinnovata. Bellocchio ha dichiarato di essere ovviamente molto emozionato al pensiero di ricevere il Leone d'Oro dalle mani di Bertolucci: "Mi onora e mi commuove che sia Bernardo Bertolucci a consegnarmi il Leone. Pur percorrendo strade diverse, c'è sempre stata tra noi due reciproca attenzione e stima e affetto. Due prestigiosi premi alla carriera, la Palma alla carriera a Bernardo e il Leone a me, nello stesso anno sono, oltre che un riconoscimento artistico importante, l'immagine di una ripartenza per altre avventure umane e artistiche che spero possano durare ancora a lungo" ha dichiarato il regista.
In occasione del premio alla carriera, Bellocchio verrà omaggiato anche con la proiezione del film breve di Pietro Marcello 'Marco Bellocchio, Venezia 2011', che racconta in 12 minuti l'intero percorso lavorativo del regista dietro la macchina da presa. Il Festival presenterà inoltre in anteprima una versione speciale del classico del 1972 'Nel nome del padre', uno dei primi lungometraggi di Bellocchio.

                                                         Conan the barbarian – La recensione








Chiedigli di menar le mani, e lui lo farà. Confida pure nella sua affidabilità, perché su di lui — soprattutto nei suoi bicipiti — si può contare. Ecco, magari non stimolare una sua opinione sul rapporto sentimentale-filosofico tra Martin Heidegger e Hannah Arendt perché, innervosito, potrebbe aprirti in due con la sua spada da guerriero cimmero. Tutto questo per dire che Conan è tornato e, così forte, protettivo e non troppo acuto potrebbe essere — lo ammettano, le spettatrici dell'ultimo kolossal storico-fantasy in arrivo nelle sale il 18 agosto (01 Distribution) — il marito perfetto. Da far girare sopra un dito nelle situazioni quotidiane, da impiegare come macchina da guerra, invece, quando si finisce sotto le lenzuola. A ereditare il ruolo che fu di Arnold Schwarzenegger (e senza il minimo incremento di Q.I. nel personaggio) c'è Jason Momoa.






A maneggiare senza alcun ritegno di sobrietà la macchina da presa c'è Marcus Nispel. A fare, infine, da cupa, barbarica e sanguinaria cornice alle gesta dell'Eroe c'è sempre il mondo immaginato negli anni Trenta dalla fantasia del romanziere Robert E. Howard, l'inventore del genere "sword and sorcery" ("spada e stregoneria"). La prima, evidente differenza col passato, e cioè con lo storico film di John Milius che pur seppe ipnotizzare il pubblico e diventare un vero e proprio fenomeno di culto? Facile risposta: gli effetti speciali computerizzati. Tutto è possibile nel (nuovo) mondo di"Conan The Barbarian", e se si vuole piantare una bandierina giallo fosforescente sulla scena che meglio dimostra questo concetto, nessun dubbio che sia quella in cui il guerriero cimmero affronta terrificanti spiriti capaci di sorgere dalla sabbia del deserto, armati di coltellacci da incubo.

Suspense e spettacolarità, in questo frangente, vi inchioderanno alla poltrona. Non altrettanto lo farà la storia, abbastanza prevedibile, ambientata nella lontana epoca hyboriana e nella quale Conan deve ottenere una personale vendetta contro un predone che ha ucciso suo padre (il tutt'altro che avvenente Ron Perlman, perfetto per la parte) e devastato il suo villaggio, quando ancora era un ragazzino. Quello stesso predone si trasforma negli anni nel temibile signore della guerra Khalar Zym (Stephen Lang), un ceffo sadico e spietato che intende ricomporre i frammenti di una maschera antica e magica, capace di evocare mostruose creature e dare il potere assoluto a chi la indossa. Ad aiutare Zym, la figlia-strega Marique (Rose McGowan), tanto sexy quanto malvagia. Il contraltare a questa femmina cupa e ammaliante (la vera "villain" della storia — assassina seriale, depravata e incestuosa - molto più efficace del quasi cavernicolo Zym) è invece l'angelicata vergine Tamara (Rachel Nichols), il cui sacrificio umano è fondamentale per i piani di Zym.


Jason Momoa (Photo by Neilson Barnard/Getty Images)
















Il riferimento di "Conan The Barbarian" (che verrà distribuito anche in 3D) — lo ha ammesso chiaramente anche Nispel — non è con il film di Milius, bensì con le pagine letterarie di Howard e con la versione fumetto anni Settanta targata Marvel. Accomodarsi senza eccessive pretese di fronte a questa avventura può regalare anche qualche elementare sollazzo visivo. Di contro, drammaturgia e costruzione dei personaggi sono al minimo sindacale, per non parlare della scelta del cast. Perlman barbareggia d'inerzia, la coppia bella-e-buona che dovrebbe fare da protagonista induce a mettersi le mani nei capelli: presi insieme, il palestratissimo Momoa (battuta principe del suo copione: "Vivo, amo, uccido: sono soddisfatto") e il faccino da fiction Rai in costume Nichols si rivelano meno espressivi della spada d'acciaio fatta roteare da Conan. Uno strazio. Unica mossa vincente, lo si è già detto, la scelta della conturbante Rose McGowan, ex sexy zoppa mitragliera in "Grindhouse - Planet Terror" . Una che, nel passaggio dal trionfo kitsch in salsa zombie di Robert Rodriguez al fantasy tutto serpentoni e barbari di Nispel, forse non guadagna punti nel curriculum. Ma in quanto a rendersi perfetta dark lady icona, non sbaglia un colpo.
Conan The Barbarian
Regia: Marcus Nispel
Cast: Jason Momoa, Ron Pearlman, Rose McGowan
Distribuzione: 01 Distribution
Uscita nelle sale: 18 agosto

I super guadagni delle star di Hollywood


Quello dell’attore è un duro lavoro ed esige un giusto compenso: un compenso


 spesso da capogiro, come nel caso di questi personaggi che sono stati pagati a


 peso d’oro per interpretare un singolo film.


Ecco le immagini.  


Johnny Depp



























Johnny Depp – I Pirati dei Caraibi 4. Johnny Depp è costato alla Disney 34 milioni di dollari per l’ultima apparizione in “I Pirati dei Caraibi”, qualcosa in più dei 30 milioni chiesti per impersonare il cappellaio matto in “Alice in Wonderland”.


Will Smith


Will Smith – Hancock. Will Smith ha ottenuto un ottimo compenso interpretando un supereroe alcolizzato affetto da amnesia: questo film gli ha fruttato ben 39 milioni di dollari come compenso.
Tom Hanks
Tom Hanks – Angeli e Demoni. Il seguito de “Il Codice Da Vinci” ha portato nelle casse di Tom Hanks la bellezza di 30 milioni di dollari sicuri visto che secondo la produzione l’attore non poteva essere sostituito.
Jack Nicholson
Jack Nicholson – Batman. Jack Nicholson ha ricevuto 36 milioni di dollari per aver interpretato il Joker in “Batman” di Tim Burton del 1989.

Tom Cruise


Tom Cruise – La Guerra dei Mondi. Tom Cruise ha ottenuto il suo primo mega ingaggio con “Top Gun” e da allora non è mai calato. Negli anni ’90 aveva una media di 6 milioni di dollari per film con picchi di 45 milioni raggiunti .


Keanu Reeves

Keanu Reeves – Matrix. Keanu Reeves ha guadagnato moltissimo grazie al primo episodio di “Matrix” ma non quanto i capitoli successivi che gli sono valsi la bellezza di 60 milioni di dollari circa ognuno.

Bruce Willis

Bruce Willis – Il passaggio dai film d’azione a qualcosa di più impegnato ha garantito a Bruce Willis un incremento dei suoi guadagni. L’attore ha raggiunto quota 61 milioni di dollari quando ha ricevuto la sua parte di incassi de “Il Sesto Senso”.
Harrison Ford
Harrison Ford – Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo. Harrison Ford ha interpretato tutti i capitoli della storia dell’archeologo più famoso del cinema e l’ultimo episodio gli ha portato ben 40 milioni di dollari.


I film più visti di tutti i tempi archivio ,trailer 

I film più visti di tutti i tempiSpesso si sente parlare di record d'incassi o di "flop" ma, tralasciando almeno in parte il lato economico, ben poco si sa sui quali siano stati i film più visti, in termini di spettatori. Discussioni sempre aperte, anche per la difficoltà di mettere a confronto gli incassi (non tutti considerano l'adeguamento del biglietto dei prezzi) o gli spettatori per tutti i Paesi del mondo: tra le classifiche quasi ufficiali troviamo quelle di Box Office, che però tiene conto soprattutto degli incassi, o di BoxOffice Mojo. Nella lunga storia del cinema il pubblico ha premiato, a pieno merito , numerose pellicole soprattutto grandi produzioni hollywoodiane. Qualche esempio? Fra i primi posti delle classifiche dominano  film di genere fantascientifico e epico come "Avatar", con oltre 97 milioni di spettatori e oltre due miliardi di incasso, e  l'emozionante "Titanic" (con 15milioni di spettatori solo in Italia, secondo i dati Siae) entrambi diretti da James Cameron: quest'ultimo nel 1997  aveva per protagonisti la coppia Di Caprio-Kate Winslet. Nell'ultimo decennio, notevole popolarità l'hanno ottenuta, film come "Alice in Wonderland" di Tim Burton e "Harry Potter e la pietra filosofale" del 2001.
Separare il successo commerciale e il gradimento del pubblico è molto complesso e, proseguendo nell'elenco dei film più visti troviamo tanti titoli del passato. Ai primi posti della classifica, prevedibilmente, ci sono classici indimenticabili come "Via col vento"per alcuni al primo posto assoluto, visto che dall'uscita si dice sia stato visto da oltre 400 milioni di persone -  interpretato da due giganti come Clark Gable e Vivian Leigh, e "Il dottor Zivago" diretto da David Lean,  cineasta britannico passato alla storia con "Il ponte sul fiume Kwai" e "Lawrence D'Arabia". 
Ovviamente  fra i film di maggior successo non potevano mancare "Guerre stellari" primo episodio della fortunatissima saga di "Star Wars" diretto nel 1977 dal leggendario George Lucas  e il kolossal biblico "I dieci comandamenti" realizzato da Cecil De Mille e interpretato da  un indimenticabile Charlton Heston, nel ruolo di Mosè e dal glaciale Yul Brynner nei panni del Faraone. Come si vede dai titoli, sono proprio i lungometraggi pieni di scene spettacolari,  ad aver conquistato il gradimento delle platee internazionali. Steven Spielberg negli ultimi trent'anni ha raggiunto una notorietà impressionante grazie a  capolavori come "Lo squalo"o "E.T l'extraterrestre" due pietre miliari del cinema.

Fra i tanti titoli ci sono anche i due celeberrimi film d'animazione disneyani  "Biancaneve e i sette nani" e "La carica dei 101", amati da grandi e piccoli di ogni epoca e generazione e il film "Tutti insieme appassionatamente" diretto da un esperto del musical come Robert Wise, autore dell'acclamato "West side story". Fra le preferenze del pubblico spicca il terrificante "L'esorcista" interpretato da Linda Blair, giovane meteora del cinema e diretto nel 1973 dal versatile Wiliam Friedkin, che nella sua carriera si è cimentato in vari generi, da film d'azione come "Il braccio violento della legge" con Gene Hackman e il poliziesco "Vivere e morire a Los Angeles".

La Bellucci nuda scalda Venezia

Un a Monica Bellucci senza veli è la protagonista del nuovo film "Un'estate bruciante", in programma il 2 settembre al prossimo Festival di Venezia. La splendida attrice umbra, che non dimostra assolutamente i suoi 47 anni, è al centro di una trama molto intensa che, diretta da Philippe Garrel, di certo non passerà inosservata. Stando a quanto affermano le prime "voci di corridoio", la Bellucci, che nel film si chiama Angèle, reciterà in una lunga scena di nudo. Dramma ed erotismo s'intrecciano nel lungometraggio del regista francese 63enne che racconta il travagliato rapporto fra la donna e un pittore dalla vita sentimentale molto tormentata, in cerca della felicità dopo la separazione dalla moglie. Garrel non è nuovo alle storie drammatiche e nella sua lunga carriera di regista e attore è diventato famoso in patria e all'estero, oltre che per la sue pellicole sempre profonde, anche per la relazione con Nico, l'affascinante cantante tedesca dei Velvet Underground, storica band capitanata dal leggendario Lou Reed.
Tornando al film, la pellicola è in linea con le atmosfere della kermesse che, in particolare quest'anno, abbonda di storie a sfondo erotico. Qualche esempio? Nel film "Shame" diretto da Steve McQueen, (omonimo del mitico interprete scomparso nel 1980) l'attore Michael Fassbender si spoglia in più di una sequenza e fra i tanti titoli "piccanti" c'è anche "A dangerous method" diretto dal maestro dell'horror David Cronenberg. Dopo aver sconvolto il suo pubblico con pellicole inquietanti e torbide come "Crash" o "La mosca" il regista canadese si presenta con questo film che racconta il triangolo erotico fra i due giganti della psicanalisiSigmund Freud (interpretato da Vigo Mortensen) e Carl Gustav Jung (nei suoi panni, sempre Michael Fassbender) con la bellissima paziente-amante Sabina Spielrein (Keira Knightley). La passione fra la Spielrein e Jung era già stata oggetto del film "Prendimi l'anima" diretto da Roberto Faenza. Sono davvero tanti i titoli maliziosi di questa 68esima edizione del festival e fra questi non si possono dimenticare "The invader" dove la bella Stefania Rocca ha una relazione piena di passione con un immigrato africano, oppure la rielaborazione in versione violenta di "Cime tempestose" di Emily Bronte diretta da Andrea Arnold. Le passioni divampano anche nel torbido"4:44 Last Day on Earth" l'ultima creazione di Abel Ferrara, regista dalle atmosfere inquietanti, che ha scelto per l'occasione Wilem Dafoe, già visto in "Body of Evidence" e Shanyn Leigh, che è stata legata sentimentalmente a Ferrara per lungo tempo. Dal 31 agosto dunque le sorprese non mancheranno di certo e ci sarà solo l'imbarazzo della scelta fra titoli e trame di ogni genere e Paese. Infatti accanto a produzioni francesi e statunitensi , come l'attesissimo "The Ides of March" del vulcanico e versatile George Clooney, o "Wilde Salomè" con un'icona del cinema come Al Pacino ci saranno anche film che vengono da lontano. E' il caso dell' australiano "Hail" di Amiel Courtin Wilson, e il greco "Alpis" di Yorgos Lanthimos che mischia amore e morte.


Sigarette, alcol & co.: ecco quanto ci costano le cattive abitudini


                                              
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Serie A - Conte "Scudetto? E' nel DNA Juventus"

Antonio Conte è concentrato: l'obiettivo è quello di dare una nuova identità vincente alla Juventus e per farlo farà "tutto il possibile e l'impossibile". Totale l'intesa con dirigenza e giocatori, arriveranno nuovi rinforzi per completare la rosa (FOTO Ap/LaPresse)


Serie A - Conte Identità Juve


Antonio Conte è visibilmente concentrato e determinato alla vigilia della sfida di San Siro di domani sera contro il Milan per il Trofeo Berlusconi. La priorità non è tanto trovare il risultato contro i rossoneri, bensì quella di confermare i progressi messi in mostra nell’ultima uscita di Bari in occasione del Trofeo Tim.
“VIDAL E’ POLIVALENTE” – La conferenza stampa comincia con un commento alla disposizione della squadra nel torneo nel capoluogo pugliese: “L’altra sera eravamo corti a livello di attaccanti. Serviva più sostegno alla punta Matri dunque ho usato Vidal in quella posizione. E’ un giocatore polivalente. In un sistema di gioco basta che un solo giocatore non sappia cosa deve fare in fase di possesso e non possesso saltano gli equilibri”.
“TROVARE L’IDENTITA’ DI SQUADRA” – Ma quello che più preme al nuovo tecnico bianconero è rispettare l’obiettivo principale della sua avventura sulla panchina della Juventus, ovvero attribuire alla squadra una nuova identità vincente: “Il mio compito è attribuire un’identità alla squadra. Ogni squadra ha il suo modo di giocare, una sua precisa identità. La Juventus deve essere abituata a fare la partita, devi avere il tuo modo di essere. Noi stiamo cercando di trovare questa identità dando ai giocatori maggiori punti di riferimento possibili”.
I miglioramenti messi in mostra nel Trofeo Tim da parte della squadra sono sotto gli occhi di tutti ed il tecnico spiega come il lavoro sia il segreto di ogni piccolo passo avanti: “E’ inevitabile trovare delle crescite con il nostro lavoro quotidiano. Capire l’importanza del nostro lavoro è fondamentale e questo ci dà consapevolezza di poter fare quello che deve fare la Juve: diventare nuovamente una squadra competitiva. Dopo il Siviglia è stato messo tutto in discussione, dopo due giorni si parla addirittura di scudetto. Sono molto sereno da questo punto di vista, bisogna prendere le cose in modo razionale senza buttare fumo negli occhi ai tifosi”.
"RIABITUIAMOCI ALLO SCUDETTO" - La partita di domani sarà l’ultimo appuntamento prima dell’inizio del campionato sia per i rossoneri che per i bianconeri, ma Conte avvisa che non sarà in ogni caso opportuno fare conclusioni affrettate, positive o negative che siano: “Dopo il Berlusconi, con qualsiasi risultato, non dovremo trarre conclusioni. C’è molto da lavorare ma c’è voglia di farlo e questo è davvero importantissimo. Non sconsiglio il termine “Scudetto” perché è nella storia della Juventus. Ho avuto la fortuna di vincere cinque scudetti, è un parola che è stata fin troppo lontana dalla Juventus e dobbiamo cercare di riabituarci. Secondo me siamo sulla strada giusta, c’è la società, c’è la dirigenza, c’è la squadra ma non posso buttare fumo negli occhi ai tifosi. Faremo il possibile e l’impossibile per tornare finalmente competitivi”.
Da qualche mese l’ex tecnico del Siena ha avuto modo di conoscere i suoi nuovi giocatori, tra cui tanti attaccanti. Ma qual è la coppia migliore? “Sono tutti attaccanti che si sposano bene tra di loro, quindi da parte mia c’è un’ampia scelta da questo punto di vista. Per me due attaccanti sono molto importanti per certi movimenti in fase offensiva e in fase difensiva. I movimenti sono fondamentali per l’equilibrio della squadra”.
"SIAMO ALLE FONDAMENTA" - Milan e Inter sono ancora di livello superiore, ma Conte vuole crescere passo passo senza bruciare le tappe: “Negli ultimi due anni abbiamo raccolto due buoni settimi posti e c’è un buon divario da Milan e Inter. Io chiedo pazienza e tempo per trasmettere le mie idee alla squadra. Ho una squadra di giocatori che hanno voglia come e più di me di tornare ad esser protagonisti. Siamo alle fondamenta, non al tetto. Stiamo costruendo delle fondamenta importanti. Preferisco veder il tetto tra qualche mese sapendo che ci sono valide fondamenta in grado di mantenere in piedi tutto”.
Ottimo il rapporto con la dirigenza, condiviso il pensiero che la rosa necessiti ancora di qualche rinforzo: “Con la dirigenza da un mese e mezzo ho un confronto continuo e cordiale, col direttore e con il presidente. Sappiamo qual è la strada, sappiamo di avere interessi comuni e come ho detto abbiamo avuto pazienza, è arrivato Vucinic quando doveva arrivare e arriveranno altri giocatori perché la rosa deve essere completata. Non è Conte che chiede rinforzi, sappiamo tutti che questa squadra a livello numerico necessita di rinforzi”.
SITUAZIONE INFORTUNATI – “Marchisio ha preso una forte molto forte all’anca ma lo abbiamo recuperato, è a disposizione. – continua il tecnico – Per quel che riguarda Pepe, Martinez, Toni, Quagliarella riprenderanno con noi presto ma non ho in mente di portarli al Berlusconi, poi da martedì saranno a completa disposizione”, ha concluso.
A conclusione della conferenza stampa simpatico il siparietto con il giornalisti presenti in sede che invitano Conte, senza successo, a rivelar loro la formazione di domani. Il leccese non si sbilancia ma riesce a farsi suggerire la formazione del collega Massimiliano Allegri (Guarda i LINK sotto la foto per leggere le dichiarazioni del tecnico rossonero).
DEL PIERO "PRIMA IL BERLUSCONI, POI SI COMINCIA" - "Manca una settimana all'inizio del campionato e l'estate 2011 sembra avere scelto di riservarci la sua fase più 'caliente' proprio per accompagnarci nei giorni più caldi, quelli che precedono l'inizio della stagione ufficiale". Alessandro Del Piero, attraverso il proprio sito ufficiale, comincia il countdown in vista delle'inizio del campionato. "Da quando sono alla Juventus, questa fase è segnata da un appuntamento che è diventato tradizionale quasi quanto il campionato stesso, anche se si tratta di un'amichevole. Sto parlando del Trofeo Berlusconi, che giocheremo domani sera a San Siro, ovviamente contro il Milan. Abbiamo fatto un buon pre campionato, allenandoci bene e costruendo una squadra e un gruppo nuovo con le migliori premesse. Domani, domenica 21 agosto sarà un altro test importante, poi si comincia", ha dichiarato il capitano.